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Visualizza versione completa : Drammi, lutti e tragedie nel mondo dello sport


Luca
19.07.2009, 21:22
Sofia - Il pilota italiano Flavio Guglielmini e' morto in un incidente nel rally di Bulgaria. Nell'incidente e' rimasto ferito l'altro pilota della Peugeot 207, lo svizzero Brian Lavio, che erara alla guida dell'auto e ha riportato ferite lievi: adesso e' ricoverato nell'ospedale di Velingrad. L'auto e' uscita di strada ed e' andata a schiantarsi contro un masso. "Siamo intervenuti subito, ma non siamo riusciti a impedire la morte del pilota", ha detto Georgi Yanakiev, presidente della Federazione automobilistica bulgara, in corsa per ospitare il prossimo Mondiale di Rally. Il rally, che si tiene tra le montagne a Borovets, e' stato sospeso.

fabry87
21.07.2009, 08:09
F2, Morto il figlio di Surtees

Incidente a Brands Hatch, aveva 18 anni


Henry Surtees ha perso la vita in un terribile incidente sul circuito di Brands Hatch, durante la quarta tappa del campionato di F2. Colpito in testa dal pneumatico posteriore della monoposto di Jack Clarke, il diciottenne figlio d'arte ha perso immediatamente i sensi, andando a schiantarsi nella curva successiva. Surtees è stato trasferito in elicottero al Royal Hospital di Londra, dove è stato annunciato il decesso.
Una drammatica fatalità, che ha colpito il giovane figlio dell'unico pilota campione del mondo sia di auto che di moto, John Surtees. Il giovane Henry era salito sul podio proprio ventiquattro ore prima dell'incidente, nel suo primo successo sulla Formula 2.
Una carriera stroncata al volante, dopo anni di esperienza sulle due ruote: infatti Henry come John aveva corso in moto, dagli 11 ai 16 anni. Nel 2006 la stagione della svolta, quando, seguendo il consiglio del padre, Henry decise di passare alle auto. La prima esperienza sulle quattro ruote fu nella Formula BMW, poi in Formula Renault, prima di approdare nella Formula 3 inglese. Nel 2009 la nuova sfida con le F2.

alessandro magno
28.07.2009, 23:14
nel video si vede bene come viene colpito dalla ruota della macchina che si schianta davanti a lui

YouTube - Acidente fatal na F2 com Henry Surtees

alessandro magno
28.07.2009, 23:23
YouTube - Flavio Guglielmini ...tribute

alessandro magno
12.10.2009, 21:52
E' morto Alberto Castagnetti, ct della nazionale di nuoto

Il commissario tecnico della Nazionale italiana era stato operato nei giorni scorsi al cuore

12 ottobre, 22:44

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Alberto Castagnetti


<!-- more-content --> ROMA - Il commissario tecnico della Nazionale italiana di nuoto, Alberto Castagnetti, è morto. Aveva 66 anni ed era stato operato nei giorni scorsi al cuore. Si è spento a Verona, la sua città, dove era nato il 3 febbraio 1943. Dopo una carriera da nuotatore - aveva partecipato tra l'altro alle Olimpiadi di Monaco del 1972 ed ai Mondiali di Belgrado nel 1973 - aveva assunto nel 1987 l'incarico ci commissario tecnico della Nazionale italiana. Nei giorni scorsi era stato sottoposto ad un intervento chirurgico al cuore programmato da tempo.
"Sono choccato, incredulo, fatico a trovare le parole. In questo drammatico momento il mio primo pensiero è rivolto alla famiglia, alla quale a nome dello sport italiano porgo le più sentite condoglianze". E' il primo commento del presidente del Coni Gianni Petrucci. "Non è un mistero che Castagnetti era una persona che stimavo come uomo e come tecnico. Non sono io a dover ricordare i suoi successi e le medaglie che ha regalato allo sport italiano, che sono sotto gli occhi di tutti. Oggi abbiamo perso un campione al quale tutti dobbiamo riconoscenza per le emozioni che ci ha regalato. Addio Alberto, ci mancherai".
"Mi mancherà non tanto il tecnico quanto l'uomo. Castagnetti era una persona con la quale era piacevole conversare di tanti argomenti, non soltanto di sport", ha dichiarato il segretario generale del Coni Raffaele Pagnozzi. "E' stato un genio da Commissario Tecnico - sottolinea - e ci ha fatto gioire come nessun altro nella storia del nuoto. Avevamo tanti progetti per il futuro, tante idee da sviluppare. Con la sua improvvisa scomparsa, Alberto lascia un vuoto incolmabile nel Coni, nella Federazione, nei suoi atleti. E noi che gli abbiamo voluto bene ci sentiamo tutti più soli".
La Federazione Italiana Nuoto è attonita. "Sono ammutolito - commenta il presidente della Fin Paolo Barelli - Non riesco a pensare che un compagno di viaggio, ancor prima delle Olimpiadi del 1972, con cui ho diviso gran parte della mia carriera sportivo-dirigenziale sin dagli Assoluti e dalla staffetta 4x100 stile libero, mi lasci solo. E con me tutti gli amici a cui ha trasmesso amore e passione sconfinati per il nostro sport". "Eravamo in continuo contatto - ha proseguito Barelli - e lo aspettavamo a bordo vasca con il solito sorriso e il cronometro in mano per continuare a condurre il nuoto italiano dopo quella che doveva essere una breve pausa. Invece non sarà così. Siamo atterriti. Mi stringo forte alla famiglia, a cui la Federazione non farà mai mancare il suo affetto".

AlexnelCuore
12.10.2009, 21:55
Sentite condoglienze alla famiglia

eldavidinho94
13.10.2009, 13:38
non lo conoscevo

RIP

AlexnelCuore
13.10.2009, 14:49
La Juve piange la scomparsa di Alberto Castagnetti




La Juventus si unisce al cordoglio di tutto il mondo sportivo per l'improvvisa scomparsa di Alberto Castagnetti, ct della Nazionale italiana di nuoto e tifosissimo della Vecchia Signora.
"Si è spento ieri, all’età di 66 anni, Alberto Castagnetti, commissario tecnico della Nazionale italiana di nuoto, incarico ricoperto ininterrottamente dal 1987 - si legge nella nota pubblica sul sito bianconero -. Castagnetti è stato uno degli artefici dei grandi successi del nuoto italiano degli ultimi anni ed era un grande tifoso bianconero. Era anche stato ospite della squadra a Vinovo nel novembre del 2006. La Juventus esprime il più profondo cordoglio per la sua scomparsa e partecipa al dolore della famiglia".

pluto
13.10.2009, 18:59
Sentite condoglianze

alessandro magno
13.10.2009, 20:01
Pellegrini "Rimarrà sempre con me"

Eurosport - <abbr class="date updated" title="2009-10-13T17:34:00+00:00">mar, 13 ott 19:34:00 2009</abbr>

Dalla disperazione alla rabbia: lo stato d'animo di Federica Pellegrini dopo la morte del suo allenatore, Alberto Castagnetti, è già cambiato. "Alberto è un testardo - dice Federica, usando il tempo al presente -, fa sempre tutto di testa sua.
http://d.yimg.com/i//ng/sp/eurosport/20091013/25/c481722f4190d4675fe533f30d9b4069.jpg







"Se fosse rimasto in clinica, se si fosse curato meglio non sarebbe morto. Ma lui voleva tornare subito in vasca". E' un fiume di parole la pluricampionessa azzurra. Forse per esorcizzare quel dolore, che le segna il volto. La morte di Alberto Castagnetti, il mago del nuoto italiano come qualcuno l'ha definito, lascia Federica senza una guida, un riferimento. "Lui mi proteggeva - afferma -, mi spronava a fare di più. Ora sono sola, non c'é più nessuno a proteggermi, sono davanti a tutti senza alcuna protezione".
Castagnetti non era solo l'allenatore della Pellegrini e dei tanti talenti del nuoto azzurro. Per lui, operato al cuore in una clinica nei pressi di Ravenna, Federica aveva rinunciato all'America. "Perché volevo stargli vicino - spiega incontrando i giornalisti, fuori della sua casa ad Arbizzano di Negrar (Verona) -, perché lui era troppo importante per me". Si erano visti e sentiti di recente. "Venerdì - racconta - ci eravamo visti in piscina. Mi ha fatto piacere, è venuto con le proprie gambe mi sono detta, allora vuol dire che sta bene. Poi sabato ci siamo sentiti al telefono. Ho saputo ieri sera della sua morte. Ero con Luca (Marin ndr), ci sono arrivate delle voci e allora abbiamo chiamato Isabella (la compagna di Castagnetti ndr) e lei ci ha risposto in lacrime". "Mi è caduto il mondo addosso, ancora non me ne rendo conto. Alberto per me, per molti della Nazionale - sottolinea -, non era solo il nostro allenatore. Lui rimarrà sempre con me, Alberto è un immortale".
Tanti sono i ricordi, gli aneddoti che legano la carriera di Federica, ed anche la sua vita privata, a Castagnetti. "Soprattutto ricordi belli - riprende tutto d'un fiato Pellegrini - Quelli di Roma sono indimenticabili sotto il profilo sportivo, ma ce ne sono molti altri che mi legano ad Alberto. Sono arrabbiata. Ha sbagliato a tornare subito a casa dopo l'operazione, ha sbagliato a non rimanere quindici giorni in clinica. Che testardo Alberto. Non troverò mai più uno come lui".
Eurosport

maurizio
17.10.2009, 10:49
Tragedia familiare per Rossi: si suicida il patrigno

Mauro Tecchi, 52 anni, secondo marito della mamma di Valentino.

Mauro Tecchi, secondo marito della mamma di Valentino Rossi, Stefania Palma, è morto suicida all'età di 52 anni. L'uomo si è puntato un fucile cal. 12 al petto, regolarmente detenuto, e ha fatto fuoco.

La tragedia sarebbe avvenuta nella notte tra martedì e mercoledì, ma il corpo è stato scoperto solo ieri. E' stata la mamma di Valentino, che aveva sposato Tecchi in seconde nozze dopo la separazione da Graziano Rossi, a dare l'allarme. Secondo quanto riferiscono i giornali locali, la coppia aveva litigato e la Palma era ritornata a Tavullia. Poi, però, aveva cercato Tecchi al telefono, e non ottenendo risposta si era preoccupata e aveva chiesto ad alcuni amici di di andare a casa del marito. Stefania, con Tecchi, ha avuto un altro figlio, cui Valentino è molto legato.

Tecchi, la cui relazione con la Palma durava ormai da tre anni, è stato trovato disteso sul letto, con il fucile accanto e un cuscino sul petto per attutire il colpo. L'uomo aveva acceso anche la televisione e, per questo, nessuno, fra gli abitanti del quartiere, ha sentito il colpo.

Ingegnere affermato, aveva risolto da pochi giorni il rapporto di lavoro con l'impresa di costruzioni per cui lavorava. L'uomo non ha lasciato biglietti per spiegare il suo gesto. Stefania Palma è stata vista venerdì uscire in lacrime dall'abitazione, dove ha riconosciuto il corpo di Mauro Tecchi, sorretta dalle amiche.

AlexnelCuore
17.10.2009, 15:03
Mi spiace tantissimo, sono scelte assurde, nessuno mai troverà una risposta

alessandro magno
18.10.2009, 14:17
non per fare il sofista in questi momenti, ma mi pare che sto elemento di valentino ha parlato della gara come di uno dei secondi posti piu ''felici''della sua carriera, forse era il caso che stesse in silenzio e pensasse a sua madre?

the show must go on va bene però almeno un po di contegno

AlexnelCuore
18.10.2009, 14:22
Io al posto suo non avrei nemmeno partecipato, tanto il Mondiale orami l'ha "vinto", poi parlare così, è RIDICOLO

AlexnelCuore
07.02.2010, 15:49
Tragedia al Rally di Lanciano: muore Ballerini


Il ct dell'Italia del ciclismo faceva il navigatore ad Alessandro Ciardi, che è in ospedale in coma. La loro Clio si è schiantata contro un muro all’uscita da una curva. Il presidente del CONI Petrucci: «Sono sgomento»


FIRENZE, 7 febbraio - Il ct della nazionale italiana di ciclismo, Franco Ballerini, è morto questa mattina in un incidente automobilistico, durante il rally di Larciano, in provincia di Pistoia. Ballerini, 45 anni, era nato a Firenze l'11 dicembre 1964. Dal 2001 era commissario tecnico della nazionale azzurra di ciclismo. Il rally era una passione che aveva cominciato a coltivare circa due anni fa con Paolo Bettini, campione mondiale e olimpico di ciclismo. La salma di Ballerini è stata portata all'Ospedale del Ceppo di Pistoia. Alessandro Ciardi, il pilota dell'auto al cui fianco viaggiava il ct azzurro è in coma.

LA FATALITÀ - L'incidente in cui ha perso la vita Ballerini è avvenuto poco prima delle 9 in località Casa al Vento nel comune di Serravalle Pistoiese. Il ct azzurro della nazionale di ciclismo era il navigatore di Ciardi: erano tra i favoriti della gara. L'auto della coppia, una Renault Clio R3, si è schiantata contro il muro di una villa all'uscita di una curva, in un tratto di strada collinare. La Clio ha urtato contro il muro con il fianco destro, dalla parte di Ballerini, e poi è finita su un terrapieno. Ballerini sarebbe morto sul colpo. L' incidente è avvenuto durante la prima prova speciale della gara. Ciardi e ballerini erano in gara con il numero 10.

LA DISPERAZIONE DI PETRUCCI - La notizia della morte di Franco Ballerini ha raggiunto il presidente del Coni, Gianni Petrucci, mentre era in partenza per Vancouver, in vista delle Olimpiadi invernali. «Sono sgomento - ha detto Petrucci - Franco era una persona straordinaria sotto tutti gli aspetti: non era solo un grande ct, era anche un grande amico. E questo non sempre succede tra dirigenti e tecnici. Non solo il mondo del ciclismo, ma tutto lo sport piange ora una grande persona. Di lui ho tanti ricordi, ma un'immagine adesso mi torna incessantemente agli occhi: io che alle Olimpiadi di Atene vengo lanciato in aria da Ballerini dopo la vittoria di Bettini, nel primo giorno di gara dei Giochi». «Era una grande e bella persona - ha aggiunto il segretario generale del Coni, Raffaele Pagnozzi - con una capacità tecnica straordinaria. Il giorno prima delle gare era capace di prevedere l'andamento della corsa con un'abilità incredibile. Con lui il ciclismo italiano ha ottenuto una serie inavvicinabile di vittorie, nonostante questo è rimasto sempre umile. Purtroppo, dopo Castagnetti, è un altro grandissimo tecnico che lo sport italiano perde».

NENCINI COMMOSSO - «Un lutto senza fine nel cuore di tutti noi. Il mondo del ciclismo, dei suoi atleti, dei suoi dirigenti, dei suoi tifosi, piange Franco Ballerini e lo ricorda con tanto inestinguibile affetto». È la prima commossa reazione di Riccardo Nencini, presidente del Comitato regionale toscano della Federazione ciclistica italiana ma anche presidente del Consiglio regionale della Toscana, informato stamani a Prato mentre, insieme ad Alfredo Martini ed altri dirigenti della Federazione ciclistica, festeggiava i 90 anni di Giovanni Corrieri, gregario di Bartali e Coppi. «È morto non solo un amico, un atleta, un uomo che ha onorato lo sport con passione e serietà, ma anche un esempio per tutti. Pochi sanno, per sottolineare un aspetto poco conosciuto - ha aggiunto Nencini durante una pausa di raccoglimento - della sua attività di volontariato, ed è uno dei motivi per cui lo volevamo sempre vicino anche in momenti 'istituzionalì come nelle cerimonie di premiazione o di riconoscimento non solo di giovani atleti ma anche in incontri in cui si doveva sottolineare spirito di fraternità, solidarietà, pace. Ora lo piangiamo con tanta tristezza nel cuore e ci sentiamo vicini alla sua famiglia e a tutti quelli che con lui hanno condiviso il suo amore per lo sport e per una vita ricca di valori».

BETTINI - «Ho perso un grande amico, anzi un fratello». Così Paolo Bettini, campione olimpico ad Atene e due volte campione del mondo, proprio sotto la guida di Ballerini, ha parlato della morte del ct. «Ballerini ha rischiato la vita mille volte in corsa. Correva la Roubaix senza casco, si buttava in discesa sulle strade delle Dolomiti e non ha mai avuto problemi. Il destino lo ha preso ora in un momento di divertimento in cui coltivava la sua passione per i motori. È stato lui ad avvicinarmi al mondo dei rally (i due hanno disputato sei gare insieme ndr). Se c'era una cosa a cui Franco teneva era la sicurezza. Mai un azzardo». Bettini, appresa la notizia della morte del ct ha raggiunto l'ospedale di Pistoia dove si trova la salma di Ballerini.

MOSER - «È un colpo duro per tutto il movimento. Ballerini era un ct vincente e un uomo che sapeva gestire i corridori, lascia un vuoto incolmabile». Francesco Moser rimane attonito di fronte alla notizia della tragica scomparsa di Franco Ballerini che ha appena saputo nel tamtam che si è immediatamente sparso nel mondo del ciclismo: «Sono quelle cose che ti arrivano come un fulmine a ciel sereno. E pensare che appena 10 giorni fa mi ero incontrato con lui e Bettini a Modena e mi avevano parlato proprio di questo rally, era molto preso da questo evento». Moser ricorda il Ballerini ciclista: «La sua corsa era proprio la Parigi-Roubaix che aveva concluso 13 volte e che aveva vinto in due occasioni. Era proprio sul pavè che riusciva a dare il massimo. Ma secondo me il suo ruolo giusto era quello che occupava da tanti anni. Come commissario tecnico riusciva a trarre il massimo da tutti i corridori, sapeva osservare, scegliere, preparare le gare e soprattutto il mondiale e in quattro occasioni i suoi azzurri si sono imposti per la gioia di noi tutti. Ora questo schianto, questa fine tragica, questo maledetto appuntamento col destino».

DI ROCCO - «È una perdita enorme, un vuoto per noi incolmabile: ma sarebbe riduttivo pensare a Franco solo come un ct. Era parte integrante del nostro sistema». Il presidente della federciclismo, Renato Di Rocco, aveva visto Ballerini ieri mattina, colazione insieme e poi un convegno a Salsomaggiore: oggi è sotto choc per la tragica scomparsa dell'allenatore dell'Italia. «Era bravo a fare squadra, anche al di fuori del suo ruolo - spiega Di Rocco all'ANSA, in viaggio verso Pistoia per raggiungere l'ospedale dove si trova la salma di Ballerini - ci siamo lasciati ieri, a ridere e scherzare come sempre. Per me era uno di famiglia, era come un figlio. Anche in questo suo hobby, quello del rally, era sempre prudente: del resto era un ragazzo moderato, non mangiava mai tanto, non beveva è stata una fatalità crudele». La passione dei motori non toglieva però tempo ed energie al lavoro di ct: «Certo che stava già lavorando per i mondiali: aveva fatto un sopralluogo a dicembre». Ma Ballerini per il mondo del ciclismo era diventato un punto di riferimento. «C'è grande costernazione e senso di smarrimento - aggiunge il presidente della federciclismo - Ma il lavoro fatto da lui non finisce: era l'esempio di quei valori che noi cerchiamo. È partito dalle categorie minori ed è diventato un modello per tutti. Grande comunicatore, ci consola, in questo momento di dolore immenso, il fatto che lascia una grande eredità. Il profilo futuro del ciclismo azzurro Franco lo ha già disegnato».

IL MEDICO - «La prima ambulanza con il medico è arrivata sul punto dell'incidente al massimo 60-90 secondi dopo l'accaduto. Altri due medici con ambulanza sono arrivati nei seguenti minuti e Ciardi e Ballerini sono stati subito soccorsi. Ballerini ha riportato un politrauma con fratture alla base cranica, al torace, e agli arti inferiori, ed è stato sottoposto subito ad intervento di rianimazione». Lo ha detto il medico della gara, il Rally Ronde di Larciano, Giovanni Marena, ricostruendo i soccorsi dopo l'incidente in cui ha perso la vita il ct della nazionale Ballerini. «Ballerini è stato poi trasportato all'ospedale di Pistoia il Ceppo - ha aggiunto il medico - ed è morto durante il tragitto. Il pilota Alessandro Ciardi non è in pericolo di vita, ha avuto la frattura del bacino». L'organizzatore del rally Riccardo Heinen ha evidenziato che «per la gara erano disponibili sulla prova speciale cinque ambulanze e cinque medici: il percorso della prova speciale era sorvegliato dai molti commissari. La prima ambulanza intervenuta era a 400 metri dal punto dell'incidente ed è stata subito allertata. Abbiamo rispettato rigorosamente tutte le disposizioni di legge e i regolamenti sportivi per la sicurezza. Credo che sia stata una tragica fatalità a causare la morte di Ballerini in un tipo di incidente che nei rally avviene spesso».

SARONNI - «Un ricordo? Ce ne sono mille dopo una vita trascorsa insieme tra gioie e dolori, fino a questa fine assurda, questo tragico schianto nel rally». Beppe Saronni, grande campione delle due ruote, non riesce a trattenere la commozione per l'improvvisa scomparsa di Ballerini. «Abbiamo corso tanto insieme, io ero a fine carriera e lui era all'apice, ed ero una specie di fratello maggiore. Poi quando sono diventato dirigente l'ho avuto alle mie dipendenze. Ma il nostro rapporto andava oltre, ci sentivamo praticamente quasi tutti i giorni. In questo momento mi sento soprattutto di stare vicino ala moglie, ai figli, alla sua splendida famiglia». Ma c'è anche un risvolto professionale che lega Saronni a Ballerini: «Per una di quelle strane circostanze che ci regala la vita sono stato proprio io a favorire la sua ascesa a ct azzurro. Quel ruolo infatti l'avevano offerto a me ma avevo già preso degli impegni e quindi feci io il suo nome, mi sembrava la persona adatta. Non mi sbagliavo: lui era un grande ct, un professionista esemplare, aveva carisma e sapeva gestire le varie individualità cementandole in un gruppo. E i risultati parlano più di qualsiasi chiacchiera». Poi c'è il Ballerini privato, quello che Saronni porta gelosamente custodito nel suo cuore: «La settimana scorsa ci eravamo trovati insieme ad Arezzo per una battuta di caccia, c'era Chioccioli ed altri amici e colleghi. Per due ore a tavola abbiamo riso, scherzato, ricordato mille aneddoti della nostra carriera e della nostra vita. Ecco, lo voglio ricordare così: sorridente, disponibile, un caro amico».

DOLORE LAMPRE - «La scomparsa di Franco Ballerini ha suscitato in noi grande commozione unita a una glaciale tristezza: ricordiamo con affetto le sue doti umane e la caratura professionale»: il team milanese Lampre-Farnese ha emesso un comunicato di cordoglio per la scomparsa improvvisa del tecnico della nazionale azzurra. Ballerini aveva gareggiato come corridore con la casacca della Lampre nel 1999 e 2000 dopo essere stato, agli esordi di carriera, uno dei gregari più fidati di Beppe Saronni, ora team manager della formazione milanese.

INTER SALUTA BALLERINI - «Un grande campione delle due ruote, un appassionato tifoso dell'Inter»: inizia così sul sito dell'Inter il ricordo di Franco Ballerini, il ct della nazionale maschile di ciclismo morto stamattina. La società nerazzurra ricorda che Ballerini aveva fatto visita alla squadra in più occasioni ad Appiano Gentile e nel ritiro estivo a Riscone di Brunico. «Il presidente Massimo Moratti - si legge sul sito - e tutta F.C. Internazionale, Josè Mourinho e la squadra ricordano un grande campione dello sport italiano e sono vicini alla moglie Sabrina, ai figli e a tutta la famiglia in questo monento di grande dolore».

MARTINI - «Era come un figlio per me, come un parente stretto per la mia famiglia". Con queste parole Alfredo Martini "storico" commissario tecnico della nazionale di ciclismo ricorda Franco Ballerini. Martini è stato fra i primi ad accorrere all'ospedale del Ceppo di Pistoia dov'è composta la salma. «Dovevamo recarci a Prato per festeggiare il novantesimo compleanno di Giovanni Corrieri, mitico gregario di Bartali, ma siamo stati costretti a rinunciare per essere qui, vicini a Franco» racconta Martini. «Ballerini - prosegue Martini - non mancava di passare da casa mia due o tre volte alla settimana: un caffè, un saluto, due chiacchiere. Per le nostre "bambine" (le nipoti di casa Martini ndr) era diventato uno di famiglia». Martini ricorda un retroscena dell'approdo di Ballerini alla guida della nazionale, dove arrivò dopo il triennio con Antonio Fusi sull'ammiraglia azzurra. «Quando il presidente federale Giancarlo Ceruti mi chiese un consiglio su chi scegliere per la successione di Fusi, gli risposi: non darò una rosa, ma un nome solo.Ballerini».

CIPOLLINI - «Sono totalmente incapace di realizzare che Franco è morto. Sto provando una rimozione inconscia della realtà, come se qualche salva-vita potesse riportarlo in vita. Mi vengono in mente i tanti momenti di gioia che abbiamo vissuto insieme e in particolare quel giorno a Zolder, nel 2002, quando con la sua regia costruì per me la tattica e la squadra per regalarmi il titolo mondiale». Così, un commosso Mario Cippolini ricorda l'amico Franco Ballerini. «Ogni atleta di alto livello come Franco cerca sempre nuovi stimoli, anche dopo l'attività agonistica, ha bisogno di sentirsi sempre competitivo, così mi spiegava la sua passione per i rally. Aveva ancora adrenalina - dice Cipollini - e lui la esprimeva, al di là dell' impegno come ct della nazionale, nelle corse automobilistiche». CAVALLINI - Ricordi e incredulità nella testa di Tobia Cavallini, il pilota di rally che fece esordire come navigatori Franco Ballerini e che stamani partiva con la vettura numero 1 nella gara in cui è morto il ct della nazionale di ciclismo. «Cominciò con me a correre nei rally. Era il 2007 e facemmo il 'Monza rally show' su una Subaru. Era il mio navigatore ed era felice come un ragazzino. Mi sembra impossibile che si morto in un punto del percorso dove ero transitato appena 10 minuti prima». «Prima della partenza - ricorda Cavallini - avevamo fatto colazione assieme. Franco era contento di essere di nuovo in gara e mi parlava delle sue sensazioni. Mi ha parlato dei suoi programmi con le corse in auto e ci siamo fatti gli auguri. Quando ho saputo della disgrazia ho subito una mazzata».

eldavidinho94
07.02.2010, 16:29
Addio Ballerini, ct dei campioni

Ha vinto tutto: che coppia con Bettini

http://www.juveforum.it/bin/12.$plit/C_27_articolo_29821_GroupArticolo_immagineprincipa le.jpg


Il piacere di consigliare, il gusto della tattica e della strategia, Franco Ballerini li aveva già da corridore. Anche per questo forse da un paio d'anni fare il navigatore nella gare di rally era diventato una sua nuova passione. Aveva cominciato insieme a Paolo Bettini, l'azzurro che gli aveva regalato più soddisfazioni da commissario tecnico della nazionale italiana di ciclismo.
Un hobby che ha pagato caro, con la vita. Domenica mattina nella zona di Larciano, in Toscana, poco lontano da casa sua è finito fuori strada insieme al suo pilota, Alessandro Ciardi, ricoverato in rianimazione all'ospedale di Pistoia. Franco Ballerini da corridore ha vinto due Parigi-Roubaix, nel 1993 e nel 1995, e ne ha persa più di una. Era un maestro del pavè.

Da ct ha vinto tutto, lo è diventato giovanissimo, a poco meno di 37 anni, nel 2001. Nel 2002 con Mario Cipollini è arrivato il primo dei quattro mondiali, gli altri tre li ha conquistati con Bettini nel 2006 e nel 2007 e con Alessandro Ballan nel 2008.

Nel 2004, sempre con Paolo Bettini, ad Atene è arrivato l'unico successo nella storia del ciclismo su strada italiano. La sua, di storia, si è conclusa a 45 anni appena compiuti, contro il muro di una villa, all'uscita di una curva.




RIP

fabry87
07.02.2010, 20:16
Condoglianze!!!

eldavidinho94
09.02.2010, 11:02
Ciclismo,oggi funerali di Ballerini

Tanta gente per l'ultimo saluto al c.t.

E' stata riaperta stamattina alle 8 la camera ardente che custodisce il corpo di Franco Ballerini, il ct della Nazionale di ciclismo morto domenica in un incidente durante una gara di rally. La camera ardente ieri è rimasta aperta fin oltre la mezzanotte ma "fino all'una le persone volevano entrare per salutare il Ballero", hanno detto gli addetti al servizio. I funerali saranno celebrati oggi pomeriggio alle 15 nella chiesa di Casalguidi.
Sul feretro di Ballerini sono state appoggiate la maglia olimpica, la maglia della nazionale e quella di campione del mondo. Nella sala stanno arrivando i primi fiori: quelli della famiglia ma anche quelli della Federazione ciclismo, quelli del Comune, quelli della Regione Toscana.

Tanti e commossi i messaggi lasciati sui libri ad memoriam, tra questi la lettera di un ciclista, collega di Ballerini, che scrive: ''Il mio impegno sarà diffondere i tanti tuoi messaggi. Lo farò per te, per me, per i tanti ragazzi che meritano di conoscere il vero Ballero, quello della Roubaix, quella della dolcezza, quella vera amicizia''.

maurizio
13.02.2010, 10:49
L’atleta, sbalzato fuori dalla pista, ha sbattuto violentemente contro un palo della struttura dell'impianto a una velocità vicina ai 140 km orari. I soccorritori del settore medico sono intervenuti con celerità, effettuando un massaggio cardiaco, ma invano. Kumaritashvili aveva gareggiato in cinque gare nella Coppa del Mondo di questa stagione, finendo 44/mo nella classifica mondiale.

"L’atleta georgiano Nodar Kumaritashvili ha avuto un grave incidente nella fase finale delle prove ufficiale del singolo - ha affermato un comunicato ufficiale rilasciato poco dopo l’incidente –. Caduto fuori dalla pista, è stato curato sul posto dal personale medico e poi è stato portato via in ambulanza”. La notizia della morte del georgiano è stata in seguito diramata dalla delegazione olimpica georgiana e successivamente confermata da un comunicato ufficiale del CIO (il Comitato Olimpico Internazionale).

Già in precedenza alcune squadre di slittino avevano sollevato preoccupazioni circa la sicurezza degli atleti, che superano regolarmente i 140 km orari durante la discesa, anche se l'incidente di Kumaritashvili è avvenuto in un angolo della pista che non era stato identificato come una zona di pericolo. Tra l’altro, poco prima dell’incidente all’atleta georgiano, un piccolo incidente era toccato anche all'azzurro Armin Zoeggeler, che, uscendo nel modo sbagliato da un curva, aveva strisciato con il suo slittino per circa 200 metri. L'olimpionico, però, era riuscito comunque a ripararsi dalla lame prima di rialzarsi e incamminarsi verso la fine del circuito.

I membri della Federazione Internazionale di Slittino sono stati invitati a partecipare ad un incontro in seguito allo schianto e i capitani delle squadre di ogni Nazione hanno deciso di dare vita a una riunione di emergenza, mentre nel frattempo si cerca di capire se l'incidente avrà ripercussioni sulla cerimonia d'apertura dei giochi.

sport.it

Slittino, aggiunte protezioni

"Non è colpa della pista. Il programma va avanti". La federazione internazionale dello slittino (FIL) non ritiene che la morte del georgiano Nodar Kumaritashvili, deceduto dopo un incidente in pista, sia legata alle caratteristiche dell'impianto di Whistler che, come da programma, ospiterà le prime gare di Vancouver 2010. "I tecnici della FIL hanno ricostruito la traiettoria dell'atleta e hanno concluso che non ci siano indicazioni secondo cui l'incidente sia stato provocato da carenze della pista" si legge in una nota della FIL. Secondo i primi rilievi effettuati "l'atleta è arrivato in ritardo alla curva 15 e non è riuscito a compensare adeguatamente per entrare nella curva 16. Sebbene abbia provato a correggere il problema, ha perso il controllo del suo attrezzo provocando l'incidente". "Il direttore dell'impianto, d'accordo con la FIL, ha deciso di riaprire l'impianto alzando ulteriorimente le protezioni all'uscita della curva 16 e con una modifica al profilo del ghiaccio come misure preventive" prosegue il comunicato. La gara maschile si svolgerà regolarmente: "La FIL ripristinerà gli allenamenti nella mattinata di sabato con due manche complete prima che la competizione cominci alle 17".

RUBS
13.02.2010, 10:53
Ho visto l'incidente, terribile!!
Come facciano a sostentere che non era prevedibile non lo so proprio:102:
Il muretto esterno sarà stato alto 120-140cm ed a quella velocità (circa 150kmh) mi sembra che sia fin troppo facile essere sbalzati fuori.

RIP

eldavidinho94
13.02.2010, 12:10
Slittino, quei pali assurdi

http://www.tuttosport.com/images/85/C_3_Media_991985_immagine_l.jpg


Non si può dire che non sia stata una tra*gedia annunciata


VANCOUVER, 13 febbraio - Non si può dire che non sia stata una tra*gedia annunciata. Chi pratica lo slittino o il bob è persona normalissima con un talento eccezionale ma che proprio in forza di tale talento sa anche riflettere. E’ il caso di Tony Benshoof, silittinista americano che ha rilasciato alla Nbc ieri la seguente dichiarazione: «Quando per la prima volta ha testato la pista di Whistler mi sono detto: qui qualcuno sta per uccidersi». E ha avuto, tristemente, fin troppa ragio*ne. «Whistler è al limite» dice ora Wolfgang Staudinger che è il responsabile tecnico dello slittino canadese. Il problema è che queste voci paiono sorgere oggi, quasi dal nulla. Fino a prima delle tragedia di cui è stato vittima un ragazzo di ven*tun anni che si chiamava Nodar Kumaritashvili (perché questo era prima di essere un atleta: un ragazzo di ventu*no anni) nessuno, soprattutto nell’imminenza dei Giochi, si sarebbe sognato di dire quello che invece oggi dicono in mol*ti: il budello di Whistler è bestiale. Pericoloso. E non perché Nodar è morto a causa dello schianto contro sbarre di ferro che solo a vederle fanno paura. Dicono i tecnici che in quel punto non si esce di pista, non si deve uscire. E che se inve*ce succede è colpa dello spirito olimpico: quello che permet*te ad atleti che non hanno la capacità di approcciare circui*ti così complessi di arrivarci comunque.

VELOCITA' FOLLI - Ma la realtà è che a Whistler si sono stabiliti i record assoluti di velocità: il te*desco Felix Loch ha toccato i 153.937 all’ora e l’equipaggio di bob lettone guidato da Janis Minins i 153. Nel novem*bre 2008 lo stesso Loch si è sfasciato in una caduta i tendi*ni della spalla i una giornata in cui andarono all’ospedale in tre e il bobbista Pierre Lueders ricorda ancora oggi lo spavento per la caduta alla curva 7 che da allora porta il suo nome. A Whistler l’atleta in certi punti è sottoposto da una forza G di livello 5 contro i livelli 3 dei punti più severi di al*tre piste. Dicono che a Sochi la pista sarà tecnica come qui ma meno veloce. Intanto la pista bestiale ha mietuto la sua vittima. E Nodar, che a Sochi sarebbe arrivato con qualche comoda ora di volo, non ci sarà.

eldavidinho94
13.02.2010, 12:11
Slittino killer: pista assolta

La Federazione: errore umano, si corre

http://www.juveforum.it/bin/9.$plit/C_27_articolo_29944_GroupArticolo_immagineprincipa le.jpg
Non è colpa della pista e il programma va avanti lo stesso. Così la Federazione Internazionale dello Slittino non ritiene che la morte del georgiano Nodar Kumaritashvili, vittima di un terrificante impatto con i pali di delimitazione, sia legata alle caratteristiche dell'impianto di Whistler che sabato, come da programma, ospiterà le prime gare olimpiche. Unica modifica prevista, un rialzo delle protezioni all'uscita della "curva della morte"

"I tecnici della FIL hanno ricostruito la traiettoria dell'atleta e hanno concluso che non ci siano indicazioni secondo cui l'incidente sia stato provocato da carenze della pista", si legge in una nota dell'ente che regola l'attività della disciplina. Secondo i primi rilievi effettuati, "l'atleta e' arrivato in ritardo alla curva 15 e non e' riuscito a compensare adeguatamente per entrare nella curva 16. Sebbene abbia provato a correggere il problema, ha perso il controllo del suo attrezzo provocando l'incidente".

Il direttore dell'impianto, d'accordo con la Federazione Internazionale, ha deciso di riaprirlo dopo l'intervento del magistrato dello stato di Columbia, chiamato a indagare sull'incidente mortale di Kumaritashvili, con sole due modifiche: l'ulteriore rialzo delle protezioni all'uscita della curva 16, quella della tragedia,e con una modifica al profilo del ghiaccio come misure preventive. La gara maschile, dunque, si svolgera' regolarmente, con la FIL che ha ripristinato gli allenamenti previsti nel sabato mattina canadese prima del regolare inizio della gara, previsto alle 2 di notte ora italiana.

Bianconero10
13.02.2010, 14:28
secondo me il progettista e chi ha avallato questa trappola della morte va messo in carcere....omicidio colposo

quella curva viene chiamata dagli atleti fifty-fifty ....vi lascio immaginare il perchè....

AlexnelCuore
13.02.2010, 14:45
secondo me il progettista e chi ha avallato questa trappola della morte va messo in carcere....omicidio colposo

quella curva viene chiamata dagli atleti fifty-fifty ....vi lascio immaginare il perchè....
perfettamente d'accordo con te

AlexnelCuore
13.02.2010, 23:49
Vancouver 2010 - "Errore umano", ma intanto il muro si alza


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Ecco le prime decisioni ufficiali dopo la morte di Nodar Kumaritashvili: la Federazione Internazionale dello Slittino non incolpa la pista, ma la cambia aggiungendo delle protezioni in corrispondenza del luogo dell'incidente




Nodar Kumaritashvili è morto per un suo errore e non a causa della pista di Whistler. A stabilirlo un'indagine condotta dalla Federazione internazionale dello slittino e dal comitato dei Giochi di Vancouver. Le autorita' sportive hanno tuttavia deciso di alzare subito il muro su cui e' finita la vita del 21enne slittinista georgiano, uscito di pista dopo aver perso il controllo in prossimita' dell'ultima curva. Oggi le competizioni di slittino prenderanno il via regolarmente.
"I tecnici della FIL hanno ricostruito la traiettoria dell'atleta e hanno concluso che non ci siano indicazioni secondo cui l'incidente sia stato provocato da carenze della pista" si legge in una nota della FIL. Secondo i primi rilievi effettuati "l'atleta è arrivato in ritardo alla curva 15 e non è riuscito a compensare adeguatamente per entrare nella curva 16. Sebbene abbia provato a correggere il problema, ha perso il controllo del suo attrezzo provocando l'incidente".
"Il direttore dell'impianto, d'accordo con la FIL, ha deciso di riaprire l'impianto alzando ulteriorimente le protezioni all'uscita della curva 16 e con una modifica al profilo del ghiaccio come misure preventive" prosegue il comunicato. La gara maschile si svolgerà regolarmente: "La FIL ripristinerà gli allenamenti nella mattinata di sabato con due manche complete prima che la competizione cominci alle 17". Decisioni che sicuramente non mancheranno di far parlare..
"Sarà la pista più difficile del mondo", diceva il project manager Lorenz Kosichek. Le dichiarazioni, riproposte dal quotidiano Vancouver Sun, assumono ora un significato diverso. Sul sito ufficiale della società, lo Sliding Centre è esibito come uno dei fiori all'occhiello: "Diventerà un punto di riferimento mondiale per le discipline, consentendo l'utilizzo dell'impianto durante tutto l'anno per lo sviluppo dello sport nel British Columbia".
"La prima volta che ho provato la pista, ho pensato che qualcuno si sarebbe ammazzato", ha detto lo statunitense Tony Benshoof alla NBC. Una delle curve è stata addirittura soprannominata '50/50': perfetto equilibrio tra la possibilità di superarla indenne e di incappare in un incidente...
Eurosport

fabry87
08.04.2010, 11:05
Tumore al seno per la Navratilova

Il male è stato scoperto per tempo


Martina Navratilova è malata di tumore al seno. Lo riporta il settimanale People. L'ex campionessa di tennis ha 53 anni. "Ho pianto quando ho avuto la diagnosi", ha dichiarato al settimanale. Sempre secondo People, la prognosi per la Navratilova non sarebbe così grave perchè il tumore, scoperto durante una visita in febbraio, è stato preso in tempo: "Avessi aspettato un altro anno a fare la mammografia mi sarei trovati in guai ancor più seri".
La straordinaria mancina, interprete per eccellenza del "serve and volley", è stata protagonista assoluta del racchetta dalla metà degli anni '70 fino all'inizio degli anni '90. Ha conquistato in carriera 18 titoli del Grande Slam, compresi nove a Wimbledon.
La fine della carriera agonistica non ha significato un addio totale allo sport per la Navratilova, che ha continuato a giocare a tennis, ha scoperto l'hockey e si è anche cimentata nel triathlon.
7 aprile 201018:23
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luna23
12.05.2010, 21:03
L'importanza della prevenzione, le auguro di riprendersi al più presto.

alessandro magno
12.05.2010, 21:20
beh fortunatamente lo han pevisto subito spero che lo possa curare bene . auguri