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eldavidinho94
28.02.2010, 10:08
Marea nera, si riducono i rischi
Bertolaso: «Allarmismo ingiustificato»

"Tiene" la barriera a Polasella, a monte del delta del Po. Il capo della Protezione civile: nessuna emergenza mare


<table class="foto-v-left" align="left" width="1"> <tbody><tr> <td>http://www.corriere.it/Media/Foto/2010/02/27/PO--140x180.JPG</td> </tr> <tr> <td>(Fotogramma) </td> </tr> </tbody></table> MILANO -Si riducono i rischi di inquinamento del delta del Po e quindi del mare Adriatico, dopo lo sversamento di idrocarburi nel fiume Lambro e successivamente nel Po. La grande massa di inquinanti è stata trattenuta dall'invaso della centrale elettrica di Isola Serafini. Quella percentuale molto ridotta che è riuscita a "passare" e a scorrere lungo l'asta del Po è stata via via "trattenuta" dalle barriere mobili assorbenti dislocate lungo il corso del fiume e poi aspirata. L'ultima barriera in ordine di tempo è stata collocata a Polesella, a monte del delta, e sta funzionando bene. È ancorata ai piloni del ponte e dunque resiste anche alla corrente. Se sarà necessario, ne saranno collocate altre a monte dei rami laterali del delta per evitare al massimo i rischi per la foce e dunque per il mare. La vigilanza degli enti preposti alla sicurezza delle acque è massima. Sembra comunque che il grosso dell'allarme sia rientrato, grazie anche al fatto che in questo periodo i campi non hanno bisogno di acqua dal Po e dunque i pericoli sono molto relativi. «Nelle prossime ore occorre mantenere costante il livello di attenzione, ma tutto sta andando bene ed è ingiustificato ogni allarmismo». Così il numero uno della Protezione civile, Guido Bertolaso, si è espresso al termine della riunione svoltasi sabato pomeriggio in prefettura a Ferrara sull’emergenza Po-Lambro dopo lo sversamento di idrocarburi nel fiume. «Il problema principale è stato avere le informazioni in tempo reale sulle analisi chimiche delle acque per l'insieme delle tre regioni interessate - ha precisato Bertolaso, che in mattinata era stato a Rovigo -. Ora si tratta di eliminare del tutto la pellicola in superficie, operazione, tra l'altro, facilitata dall'evaporazione conseguente alle buone condizioni meteo. Nessun problema, invece, in profondità».



«NESSUNA EMERGENZA PO» - Per Bertolaso non c'è nessuna emergenza Po, né emergenza mare, «e non ci sono ragioni per provvedimenti restrittivi da adottare per la zona del delta». Il capo della Protezione civile ha quindi confermato la necessità di provvedere da subito all'attività di bonifica.


SCONTRO PD-REGIONE LOMBARDIA - Intanto è polemica tra il Pd e la Regione Lombardia sugli interventi messi in campo per la salvaguardia del fiume Lambro nell'immediatezza dell'emergenza inquinamento. A sollevare le critiche è stato il candidato del centrosinistra alle regionali Filippo Penati che ha parlato di «ritardi e inadeguatezza» come «cause dell'estensione del disastro ambientale». «Se il piano d'emergenza per contenere la macchia oleosa di petrolio che è stata versata nel Lambro non fosse scattato con 48 ore di ritardo - sostiene - oggi non saremmo di fronte al disastro ecologico delle dimensioni che conosciamo che ha investito anche il fiume Po e numerosi territori». Immediata la replica della Regione in una nota: «Le azioni per fronteggiare lo sversamento del petrolio nel fiume Lambro sono state tempestive e hanno utilizzato tutte le modalità più adeguate a disposizione. Nulla può essere rimproverato né ai vigili del fuoco né alla protezione civile né a nessun ente territoriale, come hanno riconosciuto lo stesso Ministro Prestigiacomo e il sottosegretario Bertolaso».


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alessandro magno
28.02.2010, 10:10
mah , storia assai misteriosa .

juventina18
28.02.2010, 11:46
Un vero schifo..

pluto
28.02.2010, 12:08
chi ha causato questo disastro deve pagare con il carcere
fanno schifo

AlexnelCuore
28.02.2010, 13:46
Certo che il mondo è pieno di imbecilli

eldavidinho94
28.02.2010, 22:56
quando ho saputo la notizia,
e visto le immagini

sono rimasto di stucco,
allibito, sconcertato, attonito, sbigottito!...

una cosa spaventosa,
dovrebbero essere arrestati i colpevoli,
senza se e senza ma!

AlexnelCuore
28.02.2010, 22:58
se li troveranno mai

eldavidinho94
03.03.2010, 13:35
se li troveranno mai
beh certo

gia in tv non se ne parla piu,
presumo che i colpevoli resteranno tali,
ma in liberta!

sarebbero da rinchiudere in galera!

AlexnelCuore
03.03.2010, 14:49
ma anche se mai li trovassero al massimo farebbero quelche mese di carcere considerando che per omicidio si ne fanno al massimo 16 anni

eldavidinho94
04.04.2010, 19:23
Il timore è che il mercantile cinese, lungo 230 metri, possa spezzarsi

Cargo finisce sulla barriera corallina
Rischio di disastro ecologico in Australia

La Sheng Neng I trasporta 65 mila tonnellate di carbone e ha 950 tonnellate di petrolio

Il timore è che il mercantile cinese, lungo 230 metri, possa spezzarsi
Cargo finisce sulla barriera corallina
Rischio di disastro ecologico in Australia
La Sheng Neng I trasporta 65 mila tonnellate di carbone e ha 950 tonnellate di petrolio

SYDNEY - In Australia è scattata una lotta contro il tempo per evitare un enorme disastro ecologico, dopo che un cargo cinese lungo 230 metri si è incagliato nella Grande barriera corallina, a 70 chilometri a est della Great Keppel Island, paradiso ecologico sulla costa nordorientale dello Stato del Queensland, al largo della città di Rockhampton. La nave trasporta 65 mila tonnellate di carbone caricate nel vicino porto di Gladstone e ha 950 tonnellate di petrolio a bordo. Finora la perdita in mare è stata contenuta, ma secondo le autorità australiane la nave, Sheng Neng I, potrebbe spezzarsi in due. In questo caso il fragile ecosistema della zona rischierebbe la devastazione.


IL RISCHIO DELLA ROTTURA - «C'è la concreta possibilità che possa spezzarsi - ha dichiarato la premier del Queensland, Anna Bligh - Stiamo facendo ogni sforzo possibile per limitare l'impatto di questo incidente sulla Grande barriera corallina». Una prima ispezione aerea ha constatato che allo stato attuale la perdita di petrolio in mare è limitata ad alcune chiazze lunghe circa 3 km che sono state notate a circa quattro chilometri dalla Sheng Nen I. La Grande barriera corallina australiana è uno degli ecosistemi a maggior rischio del pianeta. Da tempo i gruppiambientalisti sostengono che per navigare nella zona sia obbligatorio l'uso di un pilota che conosca alla perfezione le secche affioranti come quella in cui si è incagliato il cargo cinese. «Se il carico finisse in mare, l'ecosistema locale sarebbe devastato» ha detto Ian Herbert, vicepresidente del Consiglio per la conservazione della natura, specificando che «alcune specie coralline che circondano le isole di quell'area sono molto particolari». Una portavoce dell'Agenzia australiana per la sicurezza marittima ha affermato che una società specializzata per i recuperi in mare, la Svitzer, è già stata contattata dagli armatori cinesi della Sheng Nen I.

<!-- OAS AD '180x150'begin --> <script type="text/javascript"> <!-- OAS_AD('Bottom1');</script>MULTA - Il Cosco Group, il più grande armatore cinese proprietario del cargo, rischia una multa di oltre un milione di dollari australiani (circa 680 mila euro), mentre il suo comandante un'ammenda da 220 mila dollari australiani. Lo riferisce il quotidiano The Australian.

fabry87
06.04.2010, 20:00
Che schifo....

eldavidinho94
25.05.2010, 19:32
SINGAPORE

Scontro cargo-cisterna:
15mila barili di greggio di mare

Circa 2.000 tonnellate di petrolio potrebbero inquinare la costa

Circa 2.000 tonnellate di petrolio potrebbero inquinare la costa

MILANO - Circa 15.000 barili di greggio si starebbero riversando in mare dopo una collisione tra una nave cargo e una nave cisterna al largo della costa di Singapore. Le Autorità portuali di Singapore hanno confermato che la nave cargo Bunga Kelana 3, immatricolata in Malaysia, ha avuto una collisione con la nave cisterna MV Wail, immatricolata a St. Vincents e The Grenadines, a circa 13 chilometri dalla costa.
LA MAREA NERA - Il capitano della Bunga Kelana ha stimato in oltre 2.000 tonnellate il greggio chesi sta riversando in mare. «La collisione ha aperto una falla di dieci metri sul lato destro della petroliera e duemila tonnellate di greggio sono finite in mare dove è avvenuta la collisione», ha detto il comandante Abdul Hadib bin Abdul Wahab. Gli equipaggi starebbero operando per evitare una nuova catastrofe naturale. (Fonte Ap-Apcom)
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25 maggio 2010

basta! adesso arrestiamo i responsabili di questi danni enormi!
secondo me cio che sta accadendo in varie parti del mondo
ha un COLLEGAMENTO COMUNE!
sono le stesse petroliere, dello stesso tipo,
costuite e progettate dallo stesso gruppo di specialisti!
ARRESTRIAMOLI!

AlexnelCuore
25.05.2010, 19:35
Mah, io mi chiedo ma come cacchi è possibile scontrarsi in mare